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Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg) 1961

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Diretto da Stanley Kramer nel 1961, anche questo film con un grande Spencer Tracy, Maximillian Schell che ha guadagnato un premio oscar da questa interpretazione e un giovanissimo William Shatner (il nostro amato capitano Kirk) e Marlene Dietrich.

Questo film si basa sul terzo processo secondario di Norimberga, detto il processo ai guidici. Il film tratta del processo ad alti funzionari dell’organo legislativo tedesco durante la dittatura hitleriana. Troviamo un giudice di provincia che è arrivato a presidere la corte che si rende conto della reale Germania del 1947 rispetto a quella vista durante i cinegiornali che venivano trasmessi negli USA. Questo film include dei filmati di repertorio originali dei campi di concentramento tedeschi per descrivere le atrocità commesse durante il regime tedesco.

Ritengo che sia un film che si basi molto sull’etica sia da punto di vista legale, perchè gran parte della trama parla di un processo ai giudici e l’implicazione di colpa di gente che deve far applicare una legge per quanto ingiusta e draconiana, e dall’altro punto di vista della stigmaticazzazione del popolo tedesco che era stata effettuata dalla propaganda sia nazista che alleata durante la guerra, e del loro risultato a guerra finita, in un momento di crisi quale la chiusura della zona est.

Consiglio questo film a chi riesce a sopportare due ore di discorsi sull’etica e la morale non in senso legale stretto, ma anche dal punto di vista umano. Film interessante ma sicuramente non leggero, ma ha bisogno di attenzione e voglia di seguirlo dall’inizio alla fine.

Notorious – L’amante perduta (1946)

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Prodotto e diretto da Alfred Hitchcock nel 1946, per la RKO.

Un uomo viene condannato per tradimento degli USA in quanto spia tedesca durante la guerra, e la figlia viene reclutata dallo spionaggio americano per andare in sud america e scovare le altre spie. Questo è il quadro che delinea l’inizio, ma a differenza di altre sue pellicole, questa non l’ho trovata particolarmente brillante dal punto di vista della trama, spesso il ritmo è lento e gli eventi sono abbastanza piatti. Tecnicamente invece, ci troviamo di fronte al solito gioiellino del regista inglese, con le sue classiche caratteristiche sempre presenti.

Audrey Rose (1977)

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Pellicola diretta da Robert Wise e basato da un racconto omonimo di Frank De Felitta.

Ci troviamo davanti a un Antony Hopkins che fa lo psicopatico, ma non quel tipo fico come Hannibal Lectar, una trama che sembra la versione da pomeriggio di canale 5 dell’esorcista che sfocia pure nel legal in un certo momento, e una bambina posseduta. Tutti gli ingredienti per avere davanti un film da evitare. Tecnicamente il film è ineccepibile, buona la fotografia, gli attori, la regia, il montaggio. Ma tutto il resto manca, non c’è nulla di interessante e che ti faccia venire la voglia di vederlo; Già dopo la prima mezz’ora è cominciato il tedio che si è protratto sempre peggiore fino ai titoli di coda che si sono dimostrati la parte migliore del film. Penso che uno spettatore si aspetti di vedere qualcosa che lo “sconvolga” in questo tipo di film, invece ci troviamo un film piatto e monotono, senza la suspance necessaria in questo genere di film. Da starne il più possibile alla larga, secondo me.