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La finestra sul cortile (Rear window) 1954

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FIlm diretto da Alfred Hitchcock nel 1954 e basato su un racconto di Cornell Woolrich “The rear window”, interpretato da James Stewart e Grace Kelly.

Un fotoreporter di successo si trova davanti alla sua ultima settimana di convalescenza dopo un incidente sul lavoro che gli è costata una gamba ingessata, quando qualcosa di strano avviene nel vicinato che da svariate settimane guarda assiduamente. Anche questo film ha una ambientazione particolare, il monolocale dove vive il fotoreporter e tutto il visuale del retro degli altri palazzi che si possono vedere dalla sua finestra. Insieme a lui in questa vicenda c’è la sua ragazza che da ragazza dei quartieri alti si dimostra un persona piena di avventura e di coraggio. E’ incredibile quanta suspance e interesse si possono creare con una sola stanza e con un numero molto circoscritto di interpreti, così come aveva già fatto con “Lifeboat”. Dalla finestra si vede il travaglio interiore del protagonista riguardo il matrimonio in quanto, attraverso ogni appartamento del vicinato ci sono le varie fasi di rapporti di coppia. Grandissimo capolavoro rendendo tutto carico ogni minuto della visione e il classico stile di Hitchcock, di riuscire a mettere un po’ di ironia in ogni cosa, anche la più nera

Equus (1977)

Equus

Basato da un dramma teatrale omonimo del 1973, e diretto da Sidney Lumet, questo film ha guadagnato diverse nomination ai premi Oscar.

Ci troviamo nella campagna inglese, e comincia uno psichiatra che parla di un caso che lo ha segnato profondamente, un ragazzo che ha accecato dei cavalli. Tutto il film è un flashback del dottore che si trova alle prese con questo ragazzo e con i vari altri personaggi della sua vita. Durante le sedute ci saranno a sua volta altri flashback per indicare eventi del passato. Col passare del film si entra nella passione morbosa del ragazzo nei confronti dei cavalli.

Questo film ha avuto tre nomination ai premi Oscar (Migliora attore protagonista, migliore attore non protagonista e migliore sceneggiatura non originale), e devo dire che se li è meritati tutti. Ci troviamo di fronte al viaggio nello sconforto di due persone che viene sempre aumentato in maniera esponenziale. Un film che mi ha colpito molto e lo consiglio trovandolo interessante visto il ritmo rapido per essere un film basato sui dialoghi e senza mai un dialogo di troppo o di meno.

Notorious – L’amante perduta (1946)

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Prodotto e diretto da Alfred Hitchcock nel 1946, per la RKO.

Un uomo viene condannato per tradimento degli USA in quanto spia tedesca durante la guerra, e la figlia viene reclutata dallo spionaggio americano per andare in sud america e scovare le altre spie. Questo è il quadro che delinea l’inizio, ma a differenza di altre sue pellicole, questa non l’ho trovata particolarmente brillante dal punto di vista della trama, spesso il ritmo è lento e gli eventi sono abbastanza piatti. Tecnicamente invece, ci troviamo di fronte al solito gioiellino del regista inglese, con le sue classiche caratteristiche sempre presenti.

E l’uomo creò Satana (Inherit the Wind) 1960

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Diretto da Stanley Kramer nel 1960 e con un cast di grossi calibri, questo thriller legale è basato sul dramma teatrale “Inherit the Wind” (titolo originale del film), scritto da Jerome Lawrence e Robert Edwin Lee.

Ambientato nel 1926 in un’america rurale e bigotta, il film tratta del conflitto tra scienza e fede. Un giovane insegnante prova a insegnare l’evoluzionismo ai giovani e viene arrestato per corruzione di minorenne. Da quà arriviamo un processo che rappresenta lo scontro totale delle tue tesi sull’origine della vita e rappresentato da due grandi attori quali Spencer Tracy e Fredrik March.

Se non fosse per le tematiche ancora attuali incontrate nel film, lo considero un film abbastanza noioso abientato quasi totalmente in tribunale e si respira un bigottismo e moralismo molto forte durante tutta la pellicola. Il lato tecnico del film è in linea con i tempi con nessun tratto distintivo negativo o positivo, tranne per la colonna sonora: E’ una varizione continua della canzone che si sente all’inizio e viene replicata per tutta la durata del film, diventando fastidiosa ed eccessiva. Penso che sia da vedere solo per chi è interessato ai temi di fede contro scienza o particolarmente interessato ai film ambientati nei tribunali, in quanto è stato scelto dall’associazione americana avvocato come uno dei migliori film sull’argomento.

Anatomia di un omicidio (Anatomy of a Murder) 1959

anatomia di un omicidio

Otto Preminger in questo caso dirige un cast di star del periodo al gran completo, condito da un vero magistrato che interpreta il giudice. Anche questo film è basato su un libro, di un avvocato della suprema corte di giustizia del Michigan che difendeva un cliente in un caso di omicidio nel 1952.

Un avvocato di provincia che si avvicina sempre di più al viale del tramento, si trova per puro caso a difendere un reo confesso in omicidio, caso di cui ne parlano tutti i giornali. Da qui si dipana la storia che dura ben due ore e mezza, tra l’aula di tribunale e i vari posti che conducono i protagonisti verso le fine del processo. Le musiche sono di Duke Ellington con cameo all’interno all’interno del film, dove si scopre la profonda passione per il jazz in un’america in cui esisteva ancora il concetto di musica per bianchi e per neri. E’ considerato il primo thriller legale della storia in cui il tribunale viene rappresentato in maniera corretta e considerato uno dei migliori film per l’associazione americana degli avvocati. Viene pure considerato uno dei primi film a palesare la violenza sessuale in maniera chiara all’interno di un film, argomento di cui fino ad allora Hollywood ha tenuto un occhio chiuso. Io seppur temprato da stagioni e stagioni di “Law and Order”, la durata mi ha leggermente provato.Penso che in alcuni punti il ritmo e’ troppo lento, per poter rendere più realistico il film, ma allo stesso tempo non mi ha reso piacevole la visione forse perchè non sono un addetto ai lavori. Ovviamente il mio giudizio è molto positivo, ma sono pur sempre due ore e mezza di cui molte di discorsi in tribunale, fa molto un “un giorno in pretura”.