Archivi categoria: Horror

Rec (2007)

rec

Film spagnolo del 2007 diretto da Jaume Balaguerò e Paco Plaza e presentato a diversi festival tra cui quello di Venezia e ha vinto svariati premi di genere e due premi Goya in madrepatria.

Una conduttrice di una tv locale col suo cameraman sono all’interno di una stazione dei pompieri per registrare un servizio sulla vita e sui loro interventi durante una nottata qualunque. Solo che la chiamata all’interno di un palazzo, si dimostra essere qualcosa diverso dal solito. Il film è raccontato attravarso in prima persona, attraverso la telecamera dell’operatore Pablo, che è interpretato dal direttore della fotografia, tecnica usata inizialmente da “Cannibal Holocaust” e successivamente riportata alla luce da “The Blair witch project”. In questo modo le scene sono molto più concitate viste dall’occhio di uno dei protagonisti e l’agitazione che già la situazione porterà sarà molto più maniera palpabile in questo modo. Si affronteranno anche temi come il razzismo contro gli immigrati e il diverso, e la difficoltà di accettazione, ricollocate in liti condominiali in un momento di forte stress. Film molto interessante anche se di breve durata, ma la tecnica di ripresa tende a far immergere molto lo spettatore all’interno del film, il finale si dimostra aperto e consentirà l’esecuzione di seguiti, attualmennte deve uscire il numero 4, ma non sono sicuro che li vedrò. C’è stato pure un remake americano nel 2008 che probabilmente non vedrò. Da vedere per gli amanti del genere e perchè chi cerca un film che ti sa dare ancora una botta di adrenalina

 

Il prescelto (The Wicker Man) 2006

prescelto

Remake di Neil LaBrute del film inglese “The Wicker Man” del 1976, e interpretato da Nicholas Cage.

Ci troviamo davanti a un poliziotto in moto di provincia che si è appena salvato da un incidente che gli è fruttato un encomio, e riceve la lettera di una sua ex fidanzata che lo invita su un’isoletta privata nel pacifico popolata da una colonia di donne che fanno agricoltura biologica, perchè sua figlia è scomparsa. Ci troviamo davanti a una versione molto semplificata, come da buona regola dei remake del periodo in cui gli elementi che hanno reso l’originale un titolo forte mancano, rendendo questo un titolo debole.

Mentre il poliziotto del film originale era un po’ “de coccio”, trovo invece l’interpretazione di Nicholas Cage piuttosto legnosa, sia nelle espressioni che nei movimenti. Il fatto di avere alcune citazioni dell’originale all’interno del film non lo rafforzano, piuttosto lo indeboliscono notevolmente, in quanto per inserirle ci sono forzature nella trama. La mancanza del background originale del film fa sembrare anche la situazione molto più surreale da bosco di fare piuttosto che grottesca e onirica come nell’originale. Ritengo che questo film non sia da vedere assolutamente, come ritengo che sia una pietra miliare l’originale

The Wicker Man (1973) Extended Version

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Pellicola horror inglese diretta da Robin Hardy, e interpretata da un intrigante Christopher Lee. Se posso permettermi devo dire che ci troviamo davanti a un musical horror, in quanto la colonna sonora si affianca al ruolo dei protagonisti nella narrazione della storia. La musica e le parole sono originali (tranne alcuni brani che sono presi dalla tradizione popolare), e sono scritti per rafforzare la narrazione, spesso dagli stessi abitanti del posto, come un coro del teatro greco. La musica prende molto della tradizione e degli strumenti celtici e medievali della Scozia (posto in cui è ambientato il film), ma scritti appositamente per la pellicole senza utilizzare il pur vasto repertorio disponibile.

La storia parla di un integerrimo, bigotto e molto “de coccio” ufficiale di polizia, che riceve una lettera per un rapimento avvenuto in una delle isole private che fanno parte della sua area. Appena arrivatò si scontrerà con l’ostilita e la distanza degli isolani, che vivono completamente tagliati fuori dal mondo esterno e non accetteno di buon grado dei forestieri; sia dal fatto che sono legati in maniera molto fervente alla religione dei “vecchi Dei”, cosa che si scontra profondamente con la personalità e il credo del nostro protagonista.

Mi sento di dire che sia una delle pellicole più originali e interessanti che mi sono trovato a vedere nel genere Horror. Sia per l’accompagnamento musica che è indispensabile per la comprensione della storia, sia per la storia stessa. L’ho trovato molto ben fatto anche se è stato girato con molta fretta e con un budget molto ridotto, ma questo deficit non si nota per una cura molto maniacale e precisa dei dettagli. Ultima nota, il wicker man del titolo parla dell’uomo di paglia dato alle fiamme, di derivazione celtica, ne comincia a parlare Giulio Cesare nel commentario dal Debello Gallico, ed è una tradizione molto sentita ancora nel mondo occidentale, per cominciare dal grandioso Burning man festival, per arrivare a tradizioni molto radicate anche in Italia di cui Fellini fa una citazione dentro Amarcord, tutte tradizione legate al culto della fertilità.

La Cosa (The Thing) 1982

la cosa

Film del regista statunitense John Carpenter tratto da un racconti di “La ‘cosa’ di un altro mondo” di John W. Campbell (che non ho letto, ma aggiungo alla mia lista). Dal racconto ne è stato tratto un film omonimo del 1951, che devo ancora vedere.

Cominciamo che il tema della paranoia dentro le strutture isolate lo apprezzo notevolmente quindi solo per questo lo trovo un film che mi è piaciuto notevolmente. Effetti speciali speciali, splatter ma ancora mainstream e indubbiamente di qualità anche se un pò più di sangue non mi avrebbe dato fastidio, anzi. Grande colonna sonora, basta il nome Ennio Morricone e altri commenti possono essere superflui. Regia ben curata che ha saputo dare il senso di claustrofobia quando necessario all’interno delle strutture, mentre quando c’erano scene all’esterno ha saputo rendere alla perfezione il senso di grande vuoto e nulla all’esterno dell’antartide; con radio che non riuscivano a mettersi incontatto con nessuno, immense distanze tra le basi e con l’evolversi della trama, una discesa della notte che rende tutto ancora più confuso e incerto.

Dopo tutte queste lodi tese, passiamo ai lati che non mi sono piaciuti. Mi aspettavo un film con interpretazioni più corali invece di avere Kurt Russel, deus ex machina del film. Più che altri mi chiedo come un gruppo di scienziati ed esperti decidano di fidarsi incondizionatamente (nei limiti di quello che accade) di un pilota di elicotteri sociopatico e alcolizzato. Ma ognuno è libero di fare le proprie scelte. Venendo un pò dai film di zombie di Romero in cui c’è più introspezione dei personaggio “secondari”, qui su alcuni è difficile capire la loro funzione oltre il nome che viene detto.

Tralasciando questi piccoli nei, trovo che il film sia superbo e lo promuovo quasi a pieni voti. Da rivedere (cosa che farò presto) perchè penso che sia uno di quei film che capisci alcuni dettagli quandi lo vedi per la seconda volta. Però prima della seconda visione di questo film, ho in programma di vedermi il prequel del 2011 e l’altro film tratto dal racconto del 1951. Devo dire che sono piuttosto ossessivo quindi mi sento moralmente obbligato in questi due altre visioni.