Archivi categoria: Thriller

La parola ai giurati (12 angry men) 1957

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Diretto da Sidney Lumet, basato su una sceneggiatura televisiva di Reginald Rose di qualche anno precedente.

Una giuria si trova a dover decidere all’unanimità del destino di un ragazzo processato per omicidio. Sono tutti d’accordo per la colpevolezza tranne un giurato che proverà a far cambiare idea agli altri 11 mentre . Questa semplice storia viene portata avanti all’interno della stanza di consiglio dei giurati durante tutto il film. Sensazine continua di claustrofobia e ansia che si spargono sempre di più mentre la storia si svolge. Tutto è svolto sempre e solo all’interno della stessa stanza che si riempie di pregiudizi sempre più forti e scontri di idee tra le persone. Come dicevo per lifeboat, è difficile fare un intero film all’interno di un singolo posto con le stesse persone, ma anche in questo caso il film ci è riuscito.

Ci troviamo davanti a un interessante esperimento per l’epoca essendo uno dei primi film basati su vicende legali e antesigniano del genere legal thriller, insieme ad “Anatomia di un omicidio”. Si riesce bene a creare suspance e colpi di scena che tengono vivo l’interesse per il film. Ovviamente se uno cerca un po’ di azione ha sbagliato film

Il club dei trentanove (The 39 Steps) 1935

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Piccolo gioiellino girato da Alfred Hitchcock in Inghilterra nel 1935 e basato sul romanzo “i trentanove scalini” di John Buchan.

Un uomo va a uno spettacolo di rivista e si trova coinvolto in una serie di eventi che culminano col salvataggio dei segreti della nazione. Questo è il massimo che si può dire riguardo la trama. Per quanto riguarda il film posso dire che è spettacolare quanto una storia a tinte fosche possa in realtà essere paragonata a una commedia leggera in molti punti. Il mix di queste due parti rende il film veramente particolare e interessante da vedere. L’unica nota negativa sono i lunghi inseguimenti a piedi che sembra abbiano ancora un qualche legame con i film muti, perche’ spesso mi viene in mente la classica fuga dai poliziotti delle comiche mute. Mi sento in ogni caso di consigliare la pellicola in quanto anche se ha qualche piccolo neo dato dall’età della pellicola, l’ho trovato un film da vedere

I tre giorni del Condor (Three Days of the Condor) 1975

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Riduzione cinematografica del libro “I sei giorni del condor” di James Grady (libro che ho lasciato a metà a spero di riuscire a finire prima o poi), diretto da Sydney Pollack con un cast di grandi attori del periodo.

In un dipartimento secondario della CIA, dove si occupano solamente di leggere ed analizzare libri, un impiegato va a comprare la colazione, e al ritorno trova tutti morti. Da questa situazione partono una serie di eventi che si susseguono con i tipici colpi di scena di un film di spionaggio e con i primi elementi del tecnothriller che ritroveremo 20 anni dopo. Opera magistrale che ha condotto alla nomination per l’oscar per il montaggio nel 1976 e la vittoria del David di Donatello per la regia. Essendo un spymovie non è facile dire altro senza “rompere le regole” dell’evitare lo spoiler, ma è abbastanza interessante da lasciare spesso a bocca aperta lo spettatore, tranne in alcune parti lente all’inizio del secondo giorno. Dobbiamo pure ricordarci che film uscì subito dopo il caso Watergate e contiene al suo interno molte critiche sull’operato e sul ruolo di politica estera degli Stati Uniti. Altro non si può dire, ma non fidatevi di nessuno!

 

Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) 1944

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Come rendere un’ora e mezza di film ambientati su una scialuppa di salvataggio interessanti. Ecco la grande lezione di cinema che da Hitchcock. I protagonisti sono dei naufraghi di una nave affondata da un sottomarino tedesco durante la traversata dall’Atlantico verso Londra. Durante tutto il tempo che scorre, che viene riprodotto abbastanza fedelmente, accadono varie cose in quanto ci si trova davanti a persone di varie classi sociali che hanno motivi diversi per trovarsi su quella nave.

Da questo canovaccio si dipana un film molto aderente e quello che noi adesso chiamiamo Dogma 95, ovviamente con le distanze nel tempo di 50 anni e ribandendo il fatto che non è stato fatto un esperimento artistico basato sul decalogo, ma viceversa, immagino che un film del genere sia molto vicino a ciò sancito in esso.

C’e’ una grande interpretazione e caratterizzazione di ogni personaggio che rende possibili anche varie storie che si dipanano contemporaneamente senza che esse mettano in ombra il susseguirsi degli eventi. Viene ben scandito il giorno dalla notte e da esso noi capiamo il susseguirsi del tempo sulla scialuppa di salvataggio e, tranne i rumori ambientali o le voci di altri naufraghi, non c’e’ alcun tipo di colonna sonora.

La fotografia non ottima però fa perdere alcuni punti a quello che poteva essere un grande esercizio di stile che allo stesso tempo è un film notevolmente interessante. Anche se all’interno c’e’ una lezione morale del non fidarsi mai del “nemico”, in questo caso del tedesco visto che siamo durante la seconda guerra mondiale; il film non appare quasi mai patriottico o progandistico in maniera diretta o palesa tranne nella parte finale.

Come porti i capelli bella bionda
tu li porti alla bella marinara
tu li porti come l’onda, tu li porti come l’onda
ma come porti i capelli bella bionda
tu li porti alla bella marinara
tu li porti come l’onda, come l’onda in mezzo al mar.

[…]

Là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
saran della mia bella che si consumano.

Và e uccidi (The Manchurian Candidate) 1962

Va_e_uccidi

Pellicola del 1962 con un gran cast di attori diretti da John Frankenheimer basato su un racconto del 1959 di Richard Condon. Una storia piuttosto interessante collocata perfettamente all’interno della cornice della guerra fredda.

La trama spero che la conosciate tutti visto che questo è un grande classico ma nel caso vi do un po’ di indizi per riuscire a ricordare. In questo film si parla del soldato perfetto, colui il quale esegue gli ordini senza accorgersene attraverso il condizionamento mentale, applicato a una squadra di soldati ingaggiati nella guerra di Corea. Trama piuttosto lineare ma nella quale vengono spesso cambiate le carte in tavola, tranne una.

Fotografia, regia e montaggio ineccepibili che non fanno sentire ormai il peso dell’età alla pellicola, così come una splendida Angela Lansbury che interpreta la madre del protagonista molto piu’ invecchiata rispetto alle sue ultime apparizioni o alla storica “Signora in giallo”.

Questa volta parlerò del finale perchè mi ha fatto venire in mente un film di una ventina di anni dopo tratto da un libro di un prolifico autore di horror e thriller, che ti fa rimanere nel vero senso della parola, col fiato sospeso fino alla fine. Ovviamente non vi posso dire di che film si tratta ma spero che coglierete dopo aver visto entrambi. Film consigliatissimo a patto di non conoscere il finale, si perderebbe troppo, da vedere a tutti i costi.