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Prigionieri dell’oceano (Lifeboat) 1944

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Come rendere un’ora e mezza di film ambientati su una scialuppa di salvataggio interessanti. Ecco la grande lezione di cinema che da Hitchcock. I protagonisti sono dei naufraghi di una nave affondata da un sottomarino tedesco durante la traversata dall’Atlantico verso Londra. Durante tutto il tempo che scorre, che viene riprodotto abbastanza fedelmente, accadono varie cose in quanto ci si trova davanti a persone di varie classi sociali che hanno motivi diversi per trovarsi su quella nave.

Da questo canovaccio si dipana un film molto aderente e quello che noi adesso chiamiamo Dogma 95, ovviamente con le distanze nel tempo di 50 anni e ribandendo il fatto che non è stato fatto un esperimento artistico basato sul decalogo, ma viceversa, immagino che un film del genere sia molto vicino a ciò sancito in esso.

C’e’ una grande interpretazione e caratterizzazione di ogni personaggio che rende possibili anche varie storie che si dipanano contemporaneamente senza che esse mettano in ombra il susseguirsi degli eventi. Viene ben scandito il giorno dalla notte e da esso noi capiamo il susseguirsi del tempo sulla scialuppa di salvataggio e, tranne i rumori ambientali o le voci di altri naufraghi, non c’e’ alcun tipo di colonna sonora.

La fotografia non ottima però fa perdere alcuni punti a quello che poteva essere un grande esercizio di stile che allo stesso tempo è un film notevolmente interessante. Anche se all’interno c’e’ una lezione morale del non fidarsi mai del “nemico”, in questo caso del tedesco visto che siamo durante la seconda guerra mondiale; il film non appare quasi mai patriottico o progandistico in maniera diretta o palesa tranne nella parte finale.

Come porti i capelli bella bionda
tu li porti alla bella marinara
tu li porti come l’onda, tu li porti come l’onda
ma come porti i capelli bella bionda
tu li porti alla bella marinara
tu li porti come l’onda, come l’onda in mezzo al mar.

[…]

Là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
là in mezzo al mar ci stan camin che fumano
saran della mia bella che si consumano.

Vertigine (Laura) (1944)

Vertigine - Laura

Film prodotto e diretta negli stati uniti da Otto Preminger, e tratto dall’omonimo romanzo di Vera Caspary. Il romanzo ha avuto molto successo all’epoca così come la colonna sonora del film.

Devo dire che tralasciando il personaggio di Waldo Lydecker, un eccentrico ed egocentrico giornalista, che ci funge da narratore all’inizio del film. Il cui ruolo per l’attore Clifton Webb, gli è valsa la candidatura al premio Oscar come migliore attore non protagonista, insieme ad altre tre candidature che ha guadagnato il film (Regia, sceneggiatura non originale, e scenografia in bianco e nero), mentre il film ha vinto il premio Oscar come migliore fotografia in bianco e nero . Non ho trovato questo film molto stimolante ne interessante come poteva sembrava all’inizio. Il personaggio del tenente di polizia si impadronisce spesso in maniera rude delle attenzioni della sceneggiatura, e senza trovarsi inopportuno. Si sente che la storia viene spesso allungata con scene interminabili e la parte finale piena di colpi di scena non aiuta ad aumentare il livello del film, a mio parare.

Del film è stata rigirata una versione televisiva nel 1968, e nel 2005 una versione Bollywood che sarebbe interessante da riuscire a vedere, sperando che abbia più verve dell’originale che cade in una pesante monotonia.