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La finestra sul cortile (Rear window) 1954

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FIlm diretto da Alfred Hitchcock nel 1954 e basato su un racconto di Cornell Woolrich “The rear window”, interpretato da James Stewart e Grace Kelly.

Un fotoreporter di successo si trova davanti alla sua ultima settimana di convalescenza dopo un incidente sul lavoro che gli è costata una gamba ingessata, quando qualcosa di strano avviene nel vicinato che da svariate settimane guarda assiduamente. Anche questo film ha una ambientazione particolare, il monolocale dove vive il fotoreporter e tutto il visuale del retro degli altri palazzi che si possono vedere dalla sua finestra. Insieme a lui in questa vicenda c’è la sua ragazza che da ragazza dei quartieri alti si dimostra un persona piena di avventura e di coraggio. E’ incredibile quanta suspance e interesse si possono creare con una sola stanza e con un numero molto circoscritto di interpreti, così come aveva già fatto con “Lifeboat”. Dalla finestra si vede il travaglio interiore del protagonista riguardo il matrimonio in quanto, attraverso ogni appartamento del vicinato ci sono le varie fasi di rapporti di coppia. Grandissimo capolavoro rendendo tutto carico ogni minuto della visione e il classico stile di Hitchcock, di riuscire a mettere un po’ di ironia in ogni cosa, anche la più nera

Star Trek (Star Trek: The Motion Picture) 1979

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FIlm statunitense del 1979 diretto da Robet Wise, e tratto dalla famosa serie tv omonima di Gene Roddenberry.

La storia continua ad alcuni anni di distanza dalla serie televisiva dove tutti i protagonisti sono andati avanti nella loro carriera. Improvvisamente compare una nebulosa di origini aliene che si dirige verso la Terra, e l’ammiraglio Kirk, insieme al suo storico equipaggio tornano su una Enterprise in restrutturazione e non completamente operativa. La trama del film è una riedizione di un episodio della serie tv, infatti per gli appassionati si ha un alone di deja vù molto forte. Il ritmo degli eventi è piuttosto lento e ci sono minuti e minuti di inquadrature di astronavi che si muovono nel vuoto in po’ in una gara per essere alla moda come “2001: Odissea nello spazio”. Questa lentezza si percepisce in ogni momento del film, dall’inizio alla fine; l’abbondanza di effetti speciali molto spesso fine a se stessi, per allungare un po’ di più il film, rende tutto piuttosto pesante da vedere, e allo stesso tempo tedioso per chi si aspetta azione o un minimo di quelle caratteristiche che hanno reso famosa la serie. Un’altra grande pecca del film è l’adattamento dei dialoghi (si, devo dire la verità me li vedo in italiano), che usa termini in inglese quando per tutta la serie si è usato il termine in italiano, o traduzioni non congruenti dei termini. La colonna sonora, invece sarà la stessa che ci accompagnerà per tutti successivi 30 anni di Star Trek. Consiglio questo film solo agli appassionati del genere e della serie.

Rec (2007)

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Film spagnolo del 2007 diretto da Jaume Balaguerò e Paco Plaza e presentato a diversi festival tra cui quello di Venezia e ha vinto svariati premi di genere e due premi Goya in madrepatria.

Una conduttrice di una tv locale col suo cameraman sono all’interno di una stazione dei pompieri per registrare un servizio sulla vita e sui loro interventi durante una nottata qualunque. Solo che la chiamata all’interno di un palazzo, si dimostra essere qualcosa diverso dal solito. Il film è raccontato attravarso in prima persona, attraverso la telecamera dell’operatore Pablo, che è interpretato dal direttore della fotografia, tecnica usata inizialmente da “Cannibal Holocaust” e successivamente riportata alla luce da “The Blair witch project”. In questo modo le scene sono molto più concitate viste dall’occhio di uno dei protagonisti e l’agitazione che già la situazione porterà sarà molto più maniera palpabile in questo modo. Si affronteranno anche temi come il razzismo contro gli immigrati e il diverso, e la difficoltà di accettazione, ricollocate in liti condominiali in un momento di forte stress. Film molto interessante anche se di breve durata, ma la tecnica di ripresa tende a far immergere molto lo spettatore all’interno del film, il finale si dimostra aperto e consentirà l’esecuzione di seguiti, attualmennte deve uscire il numero 4, ma non sono sicuro che li vedrò. C’è stato pure un remake americano nel 2008 che probabilmente non vedrò. Da vedere per gli amanti del genere e perchè chi cerca un film che ti sa dare ancora una botta di adrenalina

 

Equus (1977)

Equus

Basato da un dramma teatrale omonimo del 1973, e diretto da Sidney Lumet, questo film ha guadagnato diverse nomination ai premi Oscar.

Ci troviamo nella campagna inglese, e comincia uno psichiatra che parla di un caso che lo ha segnato profondamente, un ragazzo che ha accecato dei cavalli. Tutto il film è un flashback del dottore che si trova alle prese con questo ragazzo e con i vari altri personaggi della sua vita. Durante le sedute ci saranno a sua volta altri flashback per indicare eventi del passato. Col passare del film si entra nella passione morbosa del ragazzo nei confronti dei cavalli.

Questo film ha avuto tre nomination ai premi Oscar (Migliora attore protagonista, migliore attore non protagonista e migliore sceneggiatura non originale), e devo dire che se li è meritati tutti. Ci troviamo di fronte al viaggio nello sconforto di due persone che viene sempre aumentato in maniera esponenziale. Un film che mi ha colpito molto e lo consiglio trovandolo interessante visto il ritmo rapido per essere un film basato sui dialoghi e senza mai un dialogo di troppo o di meno.

Il prescelto (The Wicker Man) 2006

prescelto

Remake di Neil LaBrute del film inglese “The Wicker Man” del 1976, e interpretato da Nicholas Cage.

Ci troviamo davanti a un poliziotto in moto di provincia che si è appena salvato da un incidente che gli è fruttato un encomio, e riceve la lettera di una sua ex fidanzata che lo invita su un’isoletta privata nel pacifico popolata da una colonia di donne che fanno agricoltura biologica, perchè sua figlia è scomparsa. Ci troviamo davanti a una versione molto semplificata, come da buona regola dei remake del periodo in cui gli elementi che hanno reso l’originale un titolo forte mancano, rendendo questo un titolo debole.

Mentre il poliziotto del film originale era un po’ “de coccio”, trovo invece l’interpretazione di Nicholas Cage piuttosto legnosa, sia nelle espressioni che nei movimenti. Il fatto di avere alcune citazioni dell’originale all’interno del film non lo rafforzano, piuttosto lo indeboliscono notevolmente, in quanto per inserirle ci sono forzature nella trama. La mancanza del background originale del film fa sembrare anche la situazione molto più surreale da bosco di fare piuttosto che grottesca e onirica come nell’originale. Ritengo che questo film non sia da vedere assolutamente, come ritengo che sia una pietra miliare l’originale